Le relazioni tra l’Unione Europea e gli Stati Uniti d’America hanno radici molto profonde. L’inizio dei loro rapporti venne ufficializzato nel 1990, attraverso la Dichiarazione transatlantica, un documento nel quale vennero definiti gli obiettivi e i principi comuni alla base del loro partenariato, inaugurando regolari vertici bilaterali per le consultazioni. Cinque anni dopo, nel 1995, Unione Europea e Stati Uniti d’America firmarono la Nuova agenda transatlantica attraverso la quale promossero la collaborazione congiunta in quattro ambiti prioritari: “promozione della pace, dello sviluppo, stabilità e democrazia nel mondo; risposta congiunta alle sfide globali; contribuire all’espansione del commercio mondiale e allo sviluppo di relazioni economiche più strette; promuovere la cooperazione tra le due sponde dell’Atlantico, in particolare nei settori della ricerca scientifica, tecnologica e dell’istruzione”.
Nel 1998, le relazioni economico – commerciali tra l’Unione Europea e gli Stati Uniti d’America vennero inquadrate all’interno del Partenariato economico Transatlantico (Transatlantic Economic Partnership – TEP) il cui obbiettivo era quello di creare un sistema commerciale globale aperto e più accessibile andando a sviluppare e a migliorare le relazioni economiche bilaterali.
Se da questo quadro iniziale le relazioni UE-USA sembrino apparentemente stabili e proficue, bisogna sottolineare che con l’avvento alla Casa Bianca del 45º presidente degli Stati Uniti d’America, Donald Trump, le relazioni tra i due alleati hanno iniziato ad inclinarsi.
Con il motto “America First – Make America Great Again”, il nuovo Presidente statunitense ha inaugurato un programma quadriennale caratterizzato da guerre commerciali, suprematismo identitario e incentrato sull’unilateralismo. La decisione di orientare la politica statunitense in questa direzione, ha provocato delle tensioni all’interno del sistema multilaterale. Trump, infatti, durante il suo mandato presidenziale ha costantemente criticato e preso di mira le istituzioni multilaterali, minacciando di tagliare i finanziamenti alle Nazioni Unite, ha ritirato gli Stati Uniti dall’accordo di Parigi sul cambiamento climatico, dall’accordo multilaterale che limita il programma nucleare dell’Iran e dall’Organizzazione Mondiale della Sanità ed infine ha ostacolato attraverso la sua politica protezionista la capacità dell’Organizzazione Mondiale del Commercio di risolvere le controversie commerciali.
La decisione di allontanarsi dagli accordi multilaterali e dalle organizzazioni internazionali non ha indebolito il sistema multilaterale di per sé, ma al contrario ha provocato l’isolamento degli Stati Uniti d’America andando ad inclinare le relazioni con i propri partner, Unione Europa fra tutte.
A causa di questo improvviso isolamento degli USA, Francia e Germania si sono fatti promotori di una nuova alleanza – “Alleanza per il multilateralismo” presentata all’apertura della 74a Assemblea Generale delle Nazioni Unite con lo scopo di rinvigorire la cooperazione internazionale.
Secondo l’ex ministro degli Esteri tedesco Heiko Maas e il Ministro dell’Europa e degli affari esteri Jean-Yves Le Drian, “l’ordine multilaterale basato sulle regole, sta vivendo la sua più grave crisi dal 1945, grazie alla risorgente politica di potere, al crescente nazionalismo e alla frammentazione politica ed economica globale. Per contrastare questa tendenza, gli stati che la pensano allo stesso modo devono fare causa comune e raddoppiare i loro sforzi per promuovere il multilateralismo“.
Per Maas e Le Drian, “l’Alleanza per il multilateralismo è un concetto tempestivo in un mondo in cui la leadership degli Stati Uniti non è più affidabile”. L’obbiettivo della seguente iniziativa è quello di “riempire i vuoti creati dal ritiro di altri dalla scena mondiale” fungendo da “bilanciamento morbido” contro un partner rivelatosi improvvisamente inaffidabile come gli Stati Uniti sotto l’amministrazione Trump.
L’insediamento dell’Amministrazione Biden-Harris alla Casa Bianca ha simboleggiato l’inizio di una nuova fase. Biden stesso ha voluto inaugurare l’apertura di un nuovo ciclo per gli Stati Uniti d’America durante il suo giuramento, lanciando un messaggio di unità alla nazione e di ricostruzione delle alleanze: “Il mondo ci guarda”. “Questo è il giorno …
Dall’elezione di Biden, abbiamo assistito ad un nuovo impegno statunitense nelle istituzioni multilaterali testimoniato dalla immediata adesione degli USA nell’Accordo sul clima di Parigi e dalla ripresa della cooperazione con l’Organizzazione mondiale della sanità. Gli USA, si sono impegnati nella lotta contro il Covid19 diventando il maggior contribuente di COVAX riuscendo al contempo a garantire una distribuzione equa dei vaccini nel mondo. Anche se nel campo delle relazioni internazionali, Biden sembra propenso ad un rilancio degli USA all’interno del sistema multilaterale, notiamo che nel campo economico con il suo slogan “Made in all of America by all of America’s workers”, ovvero convincere i partners al “Buy American”, sembra proseguire la linea tracciata dal suo predecessore.
Nel campo economico, i rapporti tra l’Unione Europea e gli Stati Uniti d’America rappresentano la più importante relazione economica bilaterale al mondo: “Entrambi sono responsabili di circa il 47% del prodotto interno lordo mondiale (stima FMI al 2020) e di circa il 40% del commercio mondiale in beni e servizi (stima Banca mondiale al 2019)”. Stando ai dati che ci fornisce la Commissione Europea, Ue e USA, inoltre, rappresentano il principale partner commerciale complessivo. “Lo scambio commerciale con l’UE rappresenta una quota del 17,3% dello scambio commerciale totale degli USA con il mondo e lo scambio commerciale con gli USA rappresenta il 15,2% dello scambio commerciale dell’UE con il mondo.” Questo a sottolineare il beneficio che ne traggono entrambi attraverso la cooperazione sia essa a livello bilaterale che multilaterale.
Per l’eurodeputato Tonino Picula, “L’elezione di Biden a presidente, nel novembre scorso, ha dato sollievo e ottimismo alle relazioni Ue-USA”. Secondo l’eurodeputato Picula, solamente attraverso un partenariato transatlantico forte “saremo in grado di dare nuova tempra all’ordine multilaterale internazionale e affrontare le sfide comuni come il cambiamento climatico o le insidie alle nostre democrazie provenienti dai regimi autoritari”.
Con il ritorno degli USA di Biden sulla scena internazionale, l’Europa è così tornata a ricoprire il ruolo di interlocutore principale.
Per evitare che le relazioni tra i due partner si inclinino nuovamente, Ue-Usa dovranno far proprio il messaggio lanciato dalla poetessa Amanda Gorman all’Inauguration Day: “We will not march back to what was, but move to what shall be”.
Facendo tesoro delle parole della Gorman, il Presidente Biden, durante la Conferenza sulla sicurezza di Monaco tenutasi nel mese di febbraio ha annunciato che “gli Stati Uniti sono tornati, l’alleanza transatlantica è stata ripristinata”.
Un’ulteriore passo in avanti per la distensione delle relazioni Ue-Usa è avvenuto con la decisione di sospendere per i prossimi cinque anni i dazi legati al contenzioso sui sussidi ad Airbus e Boeing. Tale accordo, fornirà a Washington e a Bruxelles tutto il tempo necessario per trovare un accordo definitivo sul lungo periodo per chiudere definitivamente la disputa, durata ben 17 anni. L’intesa è stata annunciata al termine del vertice Europa-Stati Uniti a cui il Presidente americano Joe Biden aveva partecipato nel corso del suo viaggio in Europa che lo aveva visto partecipe prima al G7 in Cornovaglia e successivamente al Summit della NATO. Per il Presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, la strada intrapresa dal Presidente Biden rappresenta un forte segnale che “con gli Usa inizia un nuovo capitolo”.
Un capitolo che è stato inaugurato secondo la Cnn con l’annuncio della creazione da parte di Europa e Stati Uniti di un consiglio congiunto con lo scopo di “lavorare insieme per scrivere le regole per la prossima generazione, in particolare nei settori dell’economia e delle tecnologie emergenti”. Un clima di rinnovata fiducia e di volontà di cooperare a livello multilaterale per far fronte alle “due sfide comuni”: Russia e Cina. Al termine del Summit della NATO, i paesi membri hanno designato la Russia come una minaccia alla sicurezza euro atlantica a causa delle sue continue azione aggressive, e Pechino, definita come minaccia per l’ordine internazionale.
Solamente attraverso la cooperazione multilaterale con i propri partner, UE e USA riusciranno a far fronte alle sfide comuni.
A tal proposito, l’Alto Rappresentante per gli affari esteri e la politica di sicurezza Josep Borrell ha presentato il 2 dicembre 2020 “Una nuova agenda Ue-USA per il cambiamento globale”, un documento presentato anche alla nuova amministrazione americana (Biden-Harris) in cui sono stati evidenziati i perimetri in cui intende muoversi l’UE ovvero “beni pubblici globali e sulle istituzioni multilaterali, sulla base di comuni valori democratici”. Le aree tracciate riguardano il campo sanitario (lotta contro il Covid19, lotta ai cambiamenti climatici, regole e standard condivisi in ambito commerciale, digitale e intelligenza artificiale oltre al rafforzamento della democrazia, definizione dei rapporti con le varie potenze (Cina e Russia fra tutti), con i Paesi in via di sviluppo e la sicurezza e difesa.
Anche se con l’amministrazione Biden sono stati compiuti importanti passi sul piano multilaterale, altrettanto è vero che sotto la sua amministrazione sono stati commessi errori come il ritiro unilaterale e non-coordinato dall’Afghanistan o l’Accordo sulla sicurezza tra USA, Regno Unito e Australia (AUKUS) o in tema pandemia quando l’UE aveva avanzato agli USA una richiesta di aiuto per far arrivare altre dosi di AstraZeneca, richiesta che venne inizialmente declinata, e poi con la decisione di Biden di condividere le dosi solamente con il Canada e il Messico. Un iniziale ritorno all’ “America first” di Donald Trump. Tali azioni hanno dimostrato che a Washington persiste ancora il tentativo di seguire la propria agenda nazionale. Secondo l’eurodeputato Pedro Marques “l’Ue deve essere compatta, parlare con una voce sola, essere in grado di affermare i propri valori e difendere i propri interessi sullo scacchiere globale”.
“Quanto accaduto in Afghanistan non è il motivo della crisi, ma il sintomo; von der Leyen, senza ricorrere alla retorica ha ricordato come l’Ue dev’essere in grado, quando necessario, di agire da sola”. Gli Stati Uniti d’America, devono comprendere che la realizzazione di una difesa europea non rappresenterebbe una minaccia per l’esistenza della NATO, bensì un rafforzamento, permettendo così all’UE di gestire il proprio vicinato lasciando la possibilità ai partner statunitensi di focalizzarsi sulla competizione globale.
Dalla seguente analisi, possiamo comprendere l’importanza che ricopre ancora oggi il multilateralismo per UE-USA per far fronte alle grandi sfide globali. Non serve quindi un nuovo multilateralismo, perché quello a nostra disposizione è sufficiente per far fronte alle nuove sfide e per risolvere i problemi grandi e complessi come quelli che si sono verificati sin dall’inizio della pandemia Covid19. Una pandemia, che ci ha dimostrato che nessun singolo paese, non importa quanto potente esso sia, può affrontare le sfide da solo.