Una analisi del discorso di Juncker

Durante la giornata del 13 settembre scorso, si è tenuto a Strasburgo l’attesissimo discorso sullo stato dell’Unione, in cui il Presidente della Commissione europea, dinanzi al Parlamento europeo, ha analizzato i traguardi raggiunti dall’UE nell’anno appena trascorso e ha presentato le priorità per quello successivo, fissando i principali obiettivi che l’Unione dovrà perseguire e raggiungere entro il 2025.

“E’ tempo di un’Europa più unita, più forte e più democratica”: queste le parole proferite ripetutamente da Jean Claude Juncker, Presidente della Commissione europea, il cui discorso si è concentrato sia sull’individuazione di nuovi step per migliorare l’immagine e il funzionamento dell’Unione, sia sul richiamo ai valori fondanti dell’UE stessa, intesi come solidi pilastri da proteggere e fortificare per affrontare le attuali sfide poste da un panorama globale sempre più complesso.

Il Presidente Juncker ha illustrato dettagliatamente le cinque priorità sulle quali la Commissione intende concentrarsi, invitando i membri delle Istituzioni europee a scegliere una strategia comune che permetta di instaurare un proficuo dialogo tra il Parlamento e il Consiglio, al fine di cooperare all’attuazione del programma di lavoro della Commissione.

1) Il rafforzamento del mercato interno e la progettazione di nuovi accordi commerciali: il Presidente ha parlato di un accordo già stipulato con il Canada, e provvisoriamente applicato, e di una negoziazione in corso con il Giappone, con l’Australia e con la Nuova Zelanda. Ha prospettato, inoltre, entro la fine dell’anno, nuove intese con il Messico e con i Paesi del Sud America. Juncker ha precisato la necessità di una negoziazione trasparente, che coinvolga maggiormente il Parlamento europeo, che permetta a tutti i cittadini dell’Unione di conoscere il lavoro svolto dalla Commissione e che consenta loro di sentirsi pienamente integrati nel sistema comunitario.

2) Un sistema imprenditoriale più forte e più competitivo: il Presidente, a dieci anni dallo scoppio della grande crisi economica, ha affermato che l’economia europea è in forte ripresa; una ripresa che coinvolge tutti gli Stati membri e che ha condotto ad una crescita occupazionale rilevante. Le industrie europee, ha aggiunto il Presidente della Commissione, hanno il dovere di creare un sistema produttivo che rispetti i principi dell’economia sostenibile.

3) Lotta contro il cambiamento climatico: a seguito del rifiuto degli Stati Uniti di procedere alla ratifica dell’accordo di Parigi, Juncker ha sottolineato la necessità che l’UE sia protagonista nella lotta contro il cambiamento climatico, come coeso e incisivo attore di diritto internazionale.

4) Una maggiore sicurezza per i cittadini europei nell’era digitale: dopo l’istituzione della normativa europea posta a difesa della proprietà intellettuale e di un’agenzia europea per la sicurezza, volta a tutelare i dati informatici sensibili nell’era digitale, il Presidente ha evidenziato come la lotta alla propaganda terroristica su internet sia, ormai, una priorità per la sicurezza e l’integrità dell’Unione. A tal proposito, è stata esposta l’esigenza di creare un servizio di intelligence comune, che migliori il coordinamento tra i servizi nazionali e quelli europei e che garantisca un più elevato grado di sicurezza per tutti i cittadini.

5) Migrazione: si è discusso, preliminarmente, della necessità di risolvere la questione libica, in cooperazione con le Nazioni Unite. L’esigenza di prospettare una politica comune in materia di asilo è sempre più impellente. Nel suo discorso, Jean Claude Juncker ha fatto perno su un principio cardine dell’Unione, quello della solidarietà: sebbene non tutti gli Stati membri dell’UE si siano mostrati egualmente solidali nell’affrontare le attuali crisi umanitarie, l’Europa ha svolto un ruolo cruciale nella promozione dei principi di democrazia e stato di diritto. “L’Italia sta salvando l’onore dell’Europa nel Mediterraneo”: parole, quelle del Presidente, che hanno suscitato il plauso dell’Assemblea e che hanno evidenziato come sia indispensabile una strategia comune che punti alla risoluzione in radice del fenomeno migratorio, creando, al contempo, una politica di cooperazione allo sviluppo che sia più efficace.

Per il raggiungimento di questi obiettivi, è necessario che gli Stati membri raddoppino gli sforzi: “E’ tempo di passare dalle riflessioni all’azione, dal dibattito alle decisioni concrete”, il futuro dell’Unione deve essere deciso a seguito di un dibattito democratico, che tenga conto del parere di tutti gli Stati membri e che sia volto a trovare un compromesso giuridico tra le diverse forze politiche, accantonando la logica securitaria e perseguendo un’idea di “bene comune” che garantisca un beneficio per tutti i cittadini.

Juncker ha esposto, inoltre, un sesto scenario, prospettato lo scorso Giugno in vista del vertice del Consiglio d’Europa, a seguito della proposta avanzata da oltre 250 organizzazioni operanti prevalentemente nel terzo settore. Il “sesto scenario: un’Europa sostenibile per i suoi cittadini” si è posto come alternativa ai cinque già contenuti nel “Libro bianco sul futuro dell’Europa” e propone una visione  in cui “la sostenibilità sia saldamente ancorata al centro di tutti i progetti europei”. Il nuovo scenario è imperniato sui valori fondanti dell’Unione, quali la libertà, l’eguaglianza, la democrazia, la partecipazione, la giustizia sociale e lo stato di diritto. “L’Europa è, prima di tutto, un’unione di libertà, libertà da qualsiasi forma di governo dittatoriale, libertà di poter esprimere le proprie opinioni. Queste sono le libertà su cui l’Unione è costituita, ma la libertà non è un processo automatico, bisogna lottare per raggiungerla e per garantirla, in Europa e in tutto il mondo”.

In merito all’eguaglianza, il Presidente ha specificato come sia necessaria un’eguaglianza che si sviluppi su molteplici livelli e che garantisca parità tra gli Stati membri, eguale trattamento a tutti i cittadini europei e condizioni paritarie a tutti i lavoratori nella zona euro.
Quanto allo stato di diritto, invece, Juncker ha richiamato il principio di indipendenza della funzione giurisdizionale e ha specificato la necessità che le decisioni della Corte di Giustizia vengano rispettate e attuate. Lo stato di diritto è inteso non come una facoltà, ma come un principio fondante dell’Unione; un’Unione che non sia una mera organizzazione interstatale, ma una vera comunità improntata sulla legge e sul diritto.

Tra le novità delineate dal Presidente della Commissione, spicca quella della creazione di un nuovo Ministro europeo dell’economia e delle finanze. Il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, nella sua ultima dichiarazione, ha espresso pieno appoggio a questa nuova iniziativa, specificando la necessità di trovare una linea economica comune che coniughi una politica fiscale efficiente con un maggior grado di benessere.

Sulla politica estera è emersa chiaramente l’esigenza di rispondere in modo celere e compatto alle crisi internazionali che si protraggono da anni e che, troppo spesso, privano di una vita dignitosa intere popolazioni, generando crisi migratorie e umanitarie. L’Unione, come protagonista nel panorama globale, ha il dovere e la responsabilità di trovare delle soluzioni concrete ed efficaci: Juncker ha invitato gli Stati membri a considerare la possibilità di modificare il sistema decisionale, prevedendo che – oltre ai casi ben definiti che richiedono già l’approvazione a maggioranza qualificata – in materia di politica estera e di sicurezza comune il Consiglio possa sempre deliberare a maggioranza qualificata, piuttosto che all’unanimità.

E’ emersa, altresì, l’esigenza di migliorare il processo di integrazione europea; quanto alla politica di “enlargement”, Juncker ha escluso la possibilità che la Turchia possa entrare a far parte dell’UE: già da tempo i negoziati sono sospesi e l’ipotesi che Ankara possa rispettare i criteri politici posti a fondamento dell’adesione nell’UE da parte di un Paese terzo, sembra sempre più lontana, soprattutto a seguito della nuova riforma costituzionale di Erdogan.

Il Presidente della Commissione europea, in vista delle elezioni del Parlamento europeo, ha accennato anche al discusso tema delle liste transnazionali: sebbene pochi mesi fa avesse palesemente contrastato tale proposta, Juncker ha ammesso che questo sistema renderebbe il Parlamento europeo maggiormente democratico, coinvolgerebbe più attivamente i cittadini europei nella politica dell’Unione e permetterebbe loro di esprimere un voto con la ferma consapevolezza che le Istituzioni europee lavorano al servizio del popolo e che l’Unione è, prima di tutto, un’unione di cittadini e non di Stati. L’Osservatorio Germania-Italia-Europa ha accolto con entusiasmo e interesse il discorso del Presidente Juncker.
Gli obiettivi dell’Unione sono ambiziosi e richiedono un grosso sforzo, ma le conquiste ottenute ci offrono uno scenario diverso, dimostrandoci che anche i progetti più utopici, con un serio impegno delle Istituzioni europee e degli Stati membri, possono essere realizzati, consentendo all’Europa di crescere ancora e di diffondere nel mondo i valori di libertà, di eguaglianza, di democrazia e di stato di diritto, al fine di concorrere alla creazione di un sistema di relazioni internazionali improntato sulla giustizia e sulla solidarietà reciproca.

Il discorso del Presidente Juncker offre ai giovani membri dell’Osservatorio gli stimoli giusti per proseguire, con rinnovato impegno ed entusiasmo, il percorso di ricerca già intrapreso nel corso degli scorsi anni (con particolare riguardo all’aspetto del sistema valoriale europeo, al fenomeno migratorio, alle controverse problematiche strutturali dell’Unione e alla politica fiscale al fine di fornire il suo, seppur piccolo, contributo non solo all’analisi delle più rilevanti sfide europee, ma anche alla promozione di un comune sentimento di appartenenza, che trovi le sue radici nei valori fondanti dell’Unione stessa.

Noi, giovani dell’OGIE, siamo convinti che il rilancio dell’Unione debba necessariamente partire dal recupero dei suoi stessi valori fondanti; valori che, avendo contribuito alla costruzione dell’identità europea – e, per tale ragione, strutturalmente inscindibili da un sano spirito comunitario -, andrebbero veicolati anche attraverso lo sviluppo di una “educazione civica europea”, volta alla diffusione dei benefici derivanti dalle diversità e dai contesti multiculturali.

L’OGIE condivide e fa proprie le priorità e gli obiettivi indicati dal Presidente, con l’augurio di fungere da moltiplicatore nella loro diffusione e concreta realizzazione.

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