Digital Services Act: l’alba di una nuova governance di Internet

Nella prima parte di questo articolo Pacchetto digitale: trasparenza degli algoritmi e tutela dei diritti si è fatto riferimento al quadro giuridico, agli obiettivi e agli ambiti di applicazione del “pacchetto digitale”. In questa seconda parte si parlerà in maniera più approfondita del Digital Services Act.

Principali obblighi di trasparenza del Digital Services Act

Il Digital Services Act stabilisce obblighi di due diligence applicabili a tutti i fornitori di servizi digitali nel mercato unico europeo, compresi quelli che sono stabiliti al di fuori dell’UE.

Uno degli elementi in cui il DSA si differenzia maggiormente dalla normativa vigente è rappresentato dalle pesanti sanzioni (fino al 6% del fatturato globale) che i giganti del web rischiano in caso di mancato rispetto degli obblighi fissati dalla normativa.[1] Questi obblighi si differenziano a seconda del ruolo, delle dimensioni e dell’impatto che i diversi attori hanno nell’ecosistema digitale.

Ai fini della trasparenza, a tutti i fornitori di servizi di intermediazione sarà richiesto di includere nei loro termini e condizioni ogni restrizione o limitazione che impongono in relazione all’uso dei loro servizi. Dovranno inoltre rendere note le procedure, le misure e gli strumenti utilizzati per la moderazione dei contenuti e pubblicare report chiari e dettagliati sulle loro attività di moderazione almeno una volta all’anno.

Gli obblighi specifici dei fornitori di servizi di hosting

In aggiunta a questi obblighi, i fornitori di servizi di hosting dovranno:

  • implementare meccanismi intuitivi e di facile accesso attraverso i quali gli utenti potranno notificare al provider la presenza di contenuti illegali;
  • fornire, in caso di rimozione o disabilitazione del contenuto, uno statement of reasons, ovvero una motivazione indirizzata all’utente che ha inserito il contenuto, dove si indichino chiaramente le ragioni di tale provvedimento e si offra la possibilità di fare ricorso.

Le piattaforme online

Le piattaforme online (tra cui e-marketplace, social network site, motori di ricerca, etc.) saranno soggette a ulteriori obblighi di trasparenza, primo fra tutti garantire che per ogni pubblicità visualizzata l’utente possa riconoscere chiaramente chi ha sponsorizzato l’annuncio e quali parametri sono stati utilizzati per decidere di indirizzare tale contenuto a un determinato destinatario.

“Piattaforme online” vs. “piattaforme online molto grandi

Il Digital Services Act stabilisce una distinzione tra “piattaforme online” e “piattaforme online molto grandi”, ovvero quelle che raggiungono più di 45 milioni di utenti medi mensili. Alla luce della grande quantità di dati e informazioni che elaborano, dell’influenza che possono avere sul mercato e sulle scelte degli utenti, e dei rischi sistemici che possono rappresentare in termini di diffusione di contenuti illegali, a queste ultime si applicano obblighi di trasparenza aggiuntivi.

Qualora utilizzino sistemi di raccomandazione dei contenuti (come spesso avviene sui principali siti e-commerce), i parametri utilizzati e le eventuali opzioni per i destinatari del servizio di modificare o influenzare tali parametri dovranno essere indicate chiaramente nei termini e condizioni della piattaforma. Inoltre, ai consumatori dovrà essere garantito il diritto di rinunciare alle raccomandazioni di contenuti basate sulla profilazione.[2]

Benefici per gli individui

I benefici per i cittadini europei derivanti dall’adozione del Digital Services Act saranno notevoli. Innanzitutto, i loro diritti fondamentali saranno adeguatamente tutelati nell’arena digitale: le piattaforme non potranno più rimuovere i contenuti degli utenti senza prima informarli e offrire loro la possibilità di fare ricorso. Sarà inoltre più facile segnalare la presenza di contenuti illegali sulle piattaforme digitali. Le attività di moderazione dei contenuti da parte dei service provider saranno più trasparenti, i consumatori riceveranno più informazioni sulla pubblicità mirata (chi l’ha sponsorizzata, come e perché si rivolge a un utente) e sui contenuti raccomandati, e potranno optare per la non ricezione di suggerimenti basati sulla profilazione.[3]

Benefici per le imprese

Per quanto riguarda le imprese, queste avranno a disposizione nuovi strumenti semplici ed efficaci per segnalare le attività illegali e saranno protette contro la rimozione ingiustificata dei loro contenuti.

Stabilendo un framework europeo, il Digital Services Act ridurrà i costi per le imprese che attualmente devono conformarsi con 27 serie diverse di norme nazionali. Inoltre, la creazione di condizioni di concorrenza eque all’interno dell’UE permetterà alle PMI e alle start-up di accedere più facilmente al mercato unico.

L’alba di una nuova governance di Internet

Alla luce di quanto detto, è evidente come il Digital Services Act si inserisca perfettamente nell’attuale scenario europeo, in particolare nella fase più recente del processo di trasformazione digitale dell’UE.

L’approccio avanzato dalla Commissione potrebbe contribuire ad affrontare una delle questioni più rilevanti dell’era digitale con cui l’Unione deve misurarsi: la mancanza di equità, trasparenza e accountability dei giganti del web.

Inoltre, la proposta rivela l’ambizione e l’impegno da parte dell’UE di perseguire e promuovere un proprio modello di digitalizzazione e innovazione, che mira a non dipendere più da regole imposte da altri Stati e da attori non statali. Il filo conduttore di questo modello passa chiaramente attraverso il rispetto dei valori dell’Unione e la tutela della democrazia e dei diritti fondamentali dei cittadini: solo in questo senso, infatti, si potrà avviare una nuova fase nella regolamentazione delle piattaforme digitali.[4]


[1] Pisanu, N. “Ecco il Digital Services Act: perché è rivoluzionaria la proposta della Commissione UE.” CyberSecurity360 15 dic. 2020.
[2] European Commission. Proposal for a Regulation of the European Parliament and of the Council on a Single Market For Digital Services (Digital Services Act) and amending Directive 2000/31/EC. EUR-Lex 15 dic. 2020
[3] Europe fit for the Digital Age: new online rules for users. European Commission.
[4] De Gregorio, G.-Pollicino, O. “L’alba di nuove responsabilità sulle piattaforme digitali: il Digital Services Act” Agenda Digitale 15 dic. 2020.

8 comments
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