Per la Germania il 4 dicembre rappresenta una data importante; una data che potrebbe portare, a livello europeo, un grande cambiamento, una svolta. Se da un lato, infatti, dopo un anno di lotta elettorale, l’Austria torna alle urne per eleggere il suo presidente – un ballottaggio che vede scontrarsi per la seconda volta il candidato dei Verdi, Alexander Van der Bellen, e l’esponente dell’estrema destra, Norbert Hofer, -, dall’altro vi è il referendum costituzionale in Italia.
Un referendum su cui si è ampiamente dibattuto anche in Germania e che ha visto, in generale, molti politici e media tedeschi schierarsi a favore del “Sì” e considerare un grave errore la dichiarazione di Renzi relativa alle sue dimissioni da presidente del Consiglio in caso di vittoria del “No”.
Il giornale Die ZEIT ha scritto che, nel caso in cui vinca il “No”, l’Europa – e quindi anche la Germania – rischierebbero di perdere un partner importante e affidabile come Renzi, considerato dai più un convinto europeista, realmente interessato alla concretizzazione del sogno europeo. Die ZEIT teme che la sconfitta del “Sì” e le conseguenti dimissioni del leader del Partito Democratico, potrebbero far sì che forze radicali come il Movimento Cinque Stelle o la Lega Nord prendano il potere in Italia. In un tempo in cui i movimenti anti-europeisti raccolgono sempre più sostenitori, una situazione di questo tipo potrebbe risultare pericolosa per il futuro dell’Ue, soprattutto se si considerano le elezioni presidenziali in Austria di quest’oggi – che potrebbero registrare la vittoria del candidato dell’ultra-destra -, nonché quelle in Francia e in Germania il prossimo anno – con Front National e Alternative für Deutschland (AfD) che incalzano da vicino i partiti tradizionali. Senza dimenticare che governi nazionalisti o con atteggiamenti fortemente anti-europei sono già presenti in Polonia e in Ungheria.
Il sito del telegiornale Die Tagesschau, da parte sua, oggi riporta tra le notizie principali proprio quella del referendum italiano. «Schicksalwahl, historisches Referendum, ‘Mutter aller Reformen’» (Una scelta decisiva, un referendum storico, la ‘madre di tutte le riforme’): queste le parole usate dal telegiornale più famoso in Germania.
Nei giorni scorsi, per mezzo di alcuni servizi televisivi, Die Tagesschau ha spiegato – sebbene in maniera alquanto superficiale – quali saranno i cambiamenti che la legge di revisione costituzionale, promossa dal Governo Renzi e oggi sottoposta a quesito referendario, porterà al sistema italiano. Si è affermato che, con questa riforma, l’azione del Governo sarà più efficace e rapida; anche la struttura del Parlamento sarà più moderna e agile, e i partiti non potranno più farsi ostruzionismo: in questo modo il sistema-Italia non rischierà più di rimanere “paralizzato” come in passato.
Nessuno dei capi di Stato europei o rappresentanti dell’Ue (fatta eccezione per qualche ministro e per il presidente della Commissione europea, Jean-Claude Juncker) ha espresso un suo parere riguardo al referendum – nonostante sia quasi ovvio che sia Hollande, che la Merkel parteggino per una vittoria del “Sì”; un atteggiamento che potremmo definire cauto e teso, probabilmente, a non offendere il vicino europeo: un’ingerenza da parte degli altri Stati membri sarebbe stata contro-producente e avrebbe esposto l’Italia al rischio di un rafforzamento dei partiti enti-europeisti.
Di certo vi è la tendenza, da parte del popolo tedesco, a guardare la situazione dalla propria prospettiva, senza tener conto dell’insoddisfazione degli italiani nei riguardi del Governo attuale. Per noi tedeschi, però, non si tratta solamente di un referendum o una decisione italiana: è in gioco il futuro dell’Ue, il futuro di entrambi i nostri Stati – considerando anche che l’Italia è uno dei Paesi che, insieme alla Germania, ha fondato l’Ue.
Ph: “Die Zeit”, n. 50, 1.12.2016
Fonti:
www.rainews.it; www.ilfattoquotidiano.it; www.repubblica.it; www.zeit.de; www.tagesschau.de;