La democrazia è uno dei valori fondanti dell’Unione Europea e assume un ruolo cruciale sia nell’ambito interno, sia in quello dell’Azione Esterna.
La democrazia, infatti, è uno dei prerequisiti che uno Stato deve rispettare per poter conseguire lo status di Paese candidato e, progressivamente, entrare a far parte dell’Unione. La democrazia è uno dei criteri politici denominati “Criteri di Copenaghen”, stabiliti dal Consiglio europeo nel 1993 nella capitale danese e recepiti dall’art. 49 del Trattato sull’Unione Europea (TUE), laddove precisa che: “Si tiene conto dei criteri di ammissibilità convenuti dal Consiglio europeo”.
Democrazia, Stato di diritto, rispetto dei diritti umani e protezione delle minoranze sono alcuni dei criteri che un Paese deve rispettare per poter avviare un processo di negoziazione, che prevede la progressiva adozione e integrazione dell’acquis communautaire [1].
Sebbene l’ammissione resti regolata da logiche sostanzialmente politiche, la tutela della democrazia assume un ruolo cruciale nel settore dell’allargamento dell’Unione, nonché in quello della Politica Europea di Vicinato (PEV).
L’articolo 8, par. 1 del Trattato sull’Unione Europea, infatti, dispone che:
«1. L’Unione sviluppa con i paesi limitrofi relazioni privilegiate al fine di creare uno spazio di prosperità e buon vicinato fondato sui valori dell’Unione e caratterizzato da relazioni strette e pacifiche basate sulla cooperazione.
2. Ai fini del paragrafo 1, l’Unione può concludere accordi specifici con i paesi interessati. Detti accordi possono comportare diritti e obblighi reciproci, e la possibilità di condurre azioni in comune. La loro attuazione è oggetto di una concertazione periodica»[2].
Attraverso la Politica Europea di Vicinato i Paesi aderenti si impegnano a rispettare singolarmente e reciprocamente i valori fondanti l’Unione, mediante la stipula – prevalentemente – di Accordi di Associazione, all’interno dei quali viene inserita una clausola di condizionalità politica, che subordina il mantenimento dell’Accordo al rispetto di alcuni parametri, tra i quali, proprio la democrazia. Appare opportuno rilevare, tuttavia, che l’impegno dell’Unione per porre la democrazia al centro dell’Azione Esterna non ha spesso prodotto gli esiti sperati e la situazione politica di taluni Paesi dell’Area mediterranea e dell’Est Europa rimane sostanzialmente instabile.
Il coordinamento delle politiche adottate da ciascun membro è regolato dal Titolo V del Trattato sull’Unione Europea che definisce la linea da seguire in campo internazionale.
La promozione della democrazia a livello globale è stata posta al centro degli obiettivi europei di garanzia e stabilizzazione dei propri valori.
Ad un anno dalla scomparsa di David Sassoli, ricordiamo il discorso d’insediamento che egli ha pronunciato il 3 luglio 2019 a Strasburgo:
«Ripetiamolo perché sia chiaro a tutti che in Europa nessun governo può uccidere, che il valore della persona e la sua dignità sono il nostro modo per misurare le nostre politiche… ….che da noi nessuno può tappare la bocca agli oppositori, che i nostri governi e le istituzioni europee che li rappresentano sono il frutto della democrazia e di libere elezioni…» [3]
Per David Sassoli democrazia voleva dire avere una rappresentanza, che consentisse di instaurare un dialogo tra rappresentanti e rappresentati. La rappresentanza è importante anche a fini di garanzia e per il rispetto delle minoranze, rafforzandone l’eterogeneità [4]. La garanzia della presenza democratica all’interno dell’Unione Europea è espressa attraverso l’esistenza e la sopravvivenza delle istituzioni che garantiscono la rappresentanza – anche e soprattutto delle minoranze. Proprio grazie alle istituzioni l’Europa è in grado di farsi “Unione” e di garantire la rappresentanza dei cittadini europei [5].
Ciononostante il funzionamento delle elezioni europee non si è dimostrato del tutto efficace, poiché esso prevede che ogni rappresentante del Parlamento europeo venga eletto dal proprio Stato secondo liste nazionali, escludendo la possibilità di votare per una maggioranza europea e di avere una rappresentanza europea più che nazionale. La Corte Costituzionale tedesca ha sostenuto che i principi su cui l’Unione si fonda debbano ricostruirsi sulla base delle nozioni esistenti negli Stati membri. La sentenza del 30 giugno 2009 del Bundesverfassungsgericht (BVerfG, Judgment of the Second Senate of 30 June 2009 – 2 BvE 2/08 -, paras. 1-421) ha portato la Corte costituzionale tedesca a riconoscere che il principio di democrazia europea non deve fondarsi su concetti esclusivamente legati all’ambito nazionale. La stessa sentenza ha rilevato un “deficit democratico”, poiché il Parlamento europeo non adotta un sistema proporzionale, il quale – tuttavia – darebbe ai piccoli Stati solamente un rappresentante, mentre Stati grandi come la Germania ne avrebbero 200 [6].
L’obiettivo dell’UE di garantire ai propri cittadini un sistema democratico è stato riconfermato nel 2020 attraverso il suo piano d’azione per la democrazia europea che stabilisce la promozione di elezioni libere, il miglioramento della qualità dell’informazione e l’indebolimento della diffusione di fake news.
David Sassoli, che nel 2019 ha ricoperto la carica di Presidente del Parlamento europeo, unica Istituzione dell’Unione Europea direttamente eletta dai cittadini degli Stati membri, credeva e difendeva fortemente il sistema democratico europeo.
Le elezioni e il monitoraggio elettorale hanno lo scopo di garantire il buon funzionamento di una democrazia che si pone a garanzia di una rappresentanza. Esistono due tipi di monitoraggio: a breve termine e a lungo termine. Entrambi portano alla redazione di un report, che contiene i dettagli necessari al miglioramento del sistema organizzativo democratico [7].
La democrazia è strettamente connessa al rispetto dei diritti umani. Gli Stati membri dell’UE si impegnano a salvaguardare il sistema democratico fondato sulla tutela dei diritti umani. Il Preambolo della Carta dei Diritti Fondamentali dell’Unione Europea (2000/C 364/01) e l’Articolo 2 del Trattato sull’Unione Europea rinforzano le fondamenta europee di uguaglianza, solidarietà, democrazia e Stato di diritto. Nonostante ciò, l’ideale democratico europeo è stato più volte messo alla prova. Ancora oggi continuano ad esserci violazioni dei valori europei. Un esempio è costituito dall’Ungheria, la quale ha aggiunto alla Costituzione disposizioni in contrasto con il diritto UE, non rispettando l’articolo 2 del Trattato sull’Unione Europea. Nel 2017 la violazione dei diritti fondamentali da parte dell’Ungheria è stata riconosciuta dal Parlamento europeo (2017/2656(RSP) [8]. Questa situazione non ha precluso la creazione di un precedente. Infatti nel 2020, durante la pandemia, il Presidente ungherese Orban ha esteso i propri poteri sine die.
A tutela del sistema democratico europeo viene richiamato l’articolo 2 del TUE. Lo stesso Sassoli aveva condannato il comportamento antidemocratico dell’Ungheria [9], in nome di un’Europa democratica che rispetti i diritti di ogni essere umano. In tale occasione, nel 2017, è stato richiamato l’articolo 7 TUE, che prevede la possibilità che si avvii una procedura politica affinché il Paese che violi i valori fondanti dell’Unione venga sanzionato. Inoltre, in Ungheria resta ancora bloccata l’approvazione del Fondo per la Ripresa e la Resilienza (il corrispettivo del PNRR) di 7,2 miliardi [10]. Tali provvedimenti fungono da garanzia per il sistema democratico europeo, ma ciò non toglie che il perpetuarsi di tali violazioni metterebbe a rischio i valori fondanti dell’Unione, tanto da farci interrogare circa la stabilità dei suoi ideali [11].
Ciò ci invita ulteriormente a riflettere sull’esigenza di rafforzare la democrazia e la partecipazione dei cittadini ai processi democratici dell’Unione, affinché i valori su cui si fonda il progetto europeo vengano effettivamente rilanciati, anche alla luce degli esiti della Conferenza sul Futuro dell’Europa e in vista delle prossime elezioni del Parlamento europeo.
[1] “Conditions for membership”, https://neighbourhood-enlargement.ec.europa.eu/enlargement-policy/conditions-membership_en, consultato il 26/04/2023.
[2] Il testo del Trattato sull’Unione europea è disponibile su: https://eur-lex.europa.eu/resource.html?uri=cellar:2bf140bf-a3f8-4ab2-b506-fd71826e6da6.0017.02/DOC_1&format=PDF
[3] Discorso d’insediamento David Sassoli tenutosi a Strasburgo il 3 luglio 2019, disponibile su: https://www.europarl.europa.eu/resources/library/media/20190703RES56112/20190703RES56112.pdf
[4] Sassoli, D. M., Sassoli: “Democrazia, Libertà, Stato di Diritto non sono negoziabili”, https://www.affarinternazionali.it/david-sassoli-parlamento-ue/, consultato il 26/04/2023
[5] Discorso d’insediamento David Sassoli tenutosi a Strasburgo il 3 luglio 2019, cit.
[6] Ponzano, P., La democrazia in Europa, https://www.cespi.it/it/eventi-attualita/dibattiti/riflessione-sul-futuro-dellunione-europea-0/la-democrazia-europa, consultato il 27/04/2023.
[7] “Promozione della democrazia e monitoraggio elettorale”, https://www.europarl.europa.eu/factsheets/it/sheet/166/promozione-della-democrazia-e-monitoraggio-elettorale, consultato il 27/04/2023.
[8] https://www.huffingtonpost.it/entry/sassoli-ha-cambiato-leuropa_it_61dd5b7ee4b04b42ab84a6a6/, consultato il 27/04/2023.
[9] Gualmini, E., Solidarietà, democrazia, diritti. Sassoli ha cambiato l’Europa, https://www.huffingtonpost.it/entry/sassoli-ha-cambiato-leuropa_it_61dd5b7ee4b04b42ab84a6a6/, consultato il 27/04/2023.
[10] ISPI Online Publications (A cura di), Ungheria, Polonia e Stato di diritto: una vittoria europea, https://www.ispionline.it/it/pubblicazione/ungheria-polonia-e-stato-di-diritto-una-vittoria-europea-33309, consultato il 28/04/2023.
[11] Parola, F., Villa, M., Villafranca, A., Le parole dell’Europa: democrazia, https://www.ispionline.it/it/pubblicazione/le-parole-delleuropa-democrazia-23183, consultato il 28/04/2023.