Lo scorso 27 aprile 2021 si è tenuto l’incontro dal titolo La NATO tra Difesa europea e sfide globali. Un evento, organizzato dal Centro Studi Americani, in collaborazione con Formiche e Konrad-Adenauer Stiftung Italia, che rientra nel ciclo Strategic Dialogues, che punta a evidenziare la stretta collaborazione tra Germania e Italia in diversi ambiti.
A cura di Flavia Giacobbe, Direttrice della rivista Formiche, i saluti introduttivi e la presentazione del tema oggetto del dialogo tra gli Onorevoli Annegret Kramp-Karrenbauer e Lorenzo Guerini, rispettivamente Ministro della Difesa della Germania e Ministro della Difesa dell’Italia.
In previsione dell’appuntamento del 14 giugno 2021, che vedrà il Presidente USA, Joe Biden, in visita presso le Istituzioni europee e prender parte al summit della North Atlantic Treaty Organization (NATO), si è affrontato il tema della presa di coscienza della numerosità e pervasività delle nuove sfide da affrontare, che riguardano non solo gruppi regionali o territoriali, ma riscuotono interesse a livello mondiale.
Di importanza cruciale per affrontare le sfide presenti e future è la lunga amicizia tra Germania e Italia, richiamata dal Dottor Nino Galetti, Direttore della Rappresentanza in Italia della Konrad-Adenauer-Stiftung. A coordinare l’evento è la Vicepresidente del Centro Studi Americani, Marta Dassù, che ricorda – insieme alla Ministra tedesca Annegret Kramp-Karrenbauer – l’importanza della parola ‘resilienza’ per la NATO. Questa parola era stata utilizzata in un articolo del Financial Times ed è divenuta fonte di ispirazione per il gruppo di riflessione strategica presieduto da Thomas de Maizière (Ministro degli Interni della Germania dal 2013 al 2018). Questa parola ritorna attuale in uno scenario ricco di conflittualità e sfumature come quello odierno (European Defence Fund, rimilitarizzazione della NATO sotto la guida dell’amministrazione Biden, crisi ucraina).
«Stiamo vivendo una fase decisiva in Europa e un momento cruciale per quanto riguarda la politica di Sicurezza e Difesa», dice l’Onorevole Kramp-Karrenbauer. Questa fase è condivisa da tutti i membri della NATO e dell’Unione Europea, in particolare da due dei Paesi protagonisti: Germania e Italia. Occorre una stretta cooperazione e collaborazione tra questi due “grandi”, al fine di far fronte alle sfide future nel migliore dei modi.
Le sfide sono varie e, come Stati membri dell’Unione, ci riguardano sempre più da vicino: le relazioni con la Cina, importante partner commerciale; il clima; i rapporti con la Russia, un Paese coinvolto in un conflitto vicino; il Mediterraneo e il Nord Africa, dove vi è una forte instabilità e una crescente adesione al terrorismo islamico; il ruolo degli Stati Uniti, da sempre maggiori garanti della Sicurezza all’interno della NATO; le nuove sfide strategiche nell’area del Pacifico; il cyberspace e la cybersecurity; le nuove armi tecnologiche.
«Noi come europei dove ci troviamo in questo scenario? ». Questa è la domanda che dobbiamo porci, secondo la Ministra della Difesa tedesca. Come europei dobbiamo impegnarci nella realizzazione di due progetti: la bussola strategica dell’Unione Europea – che l’anno prossimo sarà portata avanti dalla Francia –; e un progetto simile nell’ambito della NATO. Questi due piani non saranno sviluppati separatamente, ma congiuntamente, anche per rafforzare l’equilibrio all’interno dell’UE.
Di particolare importanza è la questione migratoria, la quale presenta sia opportunità che rischi – soprattutto qualora non ci sia cooperazione all’interno dell’Europa o da parte di attori esterni intenzionati a perseguire i propri scopi (come dimostra la situazione in Libia e a Cipro). Dunque, se non vogliamo tradire i valori dell’Unione Europea ed essere resilienti, dobbiamo superare queste sfide cooperando. Fondamentale sarà la stretta collaborazione tra Germania e Italia. Marta Dassù ricorda quanto sia importante la questione del Mediterraneo allargato per l’Italia, a capo della missione in Iraq, guidata dal Ministro della Difesa Guerini.
L’Onorevole italiano ricorda che il rapporto NATO 2030 è la base dalla quale partire per individuare le soluzioni condivise per l’adattamento dell’Organizzazione alla Sicurezza presente e futura. È fondamentale trovare un punto d’incontro non solo all’interno dell’UE, ma anche tra Paesi transfrontalieri, soprattutto in un momento in cui la Sicurezza è minacciata (Sahel, Corno d’Africa, Libia, terrorismo, istituzioni instabili) anche dalla pandemia.
Il Ministro ricorda che la NATO è riuscita nell’intento di garantire la pace per un lungo periodo; bisogna che continui ancora ad assicurare questi valori a livello globale. Inoltre, sottolinea la convinzione che la Difesa europea possa e debba rappresentare uno strumento di intervento autonomo nelle aree di interesse dell’Unione, in grado di rafforzare, al contempo, i rapporti reciproci all’interno della NATO. Questo rafforzamento dell’Europa della Difesa avviene, per l’Italia, in cooperazione con la Germania. Anche per il Belpaese è importante salvaguardare il rapporto transatlantico, reso possibile da un confronto aperto con la nuova amministrazione Biden.
Due nuovi domini militari, il cyber e lo spazio, rappresentano le nuove sfide da superare. La cooperazione tra NATO e UE gioca un ruolo fondamentale nell’individuazione di nuove tecnologie e progetti. Ne costituisce un esempio un’iniziativa, promossa da Germania, Francia e Spagna, insieme all’Italia, nell’ambito della Cooperazione strutturata permanente PESCO. Nel maggio 2020, Italia, Germania, Francia e Spagna si sono resi protagonisti di una lettera congiunta a favore della cooperazione industriale nel settore della Difesa. Sono stati richiesti nuovi investimenti per aumentare la competitività delle industrie europee, poiché il rafforzamento della base industriale e tecnologica militare risulta uno dei punti centrali in questo ambito, così il Ministro italiano della Difesa Guerini. Un esempio importante di cooperazione europea nel campo della Difesa è quello dell’azienda italiana Leonardo, che ha recentemente concluso un accordo per l’acquisizione del 25,1% di azioni della società tedesca per l’elettronica nella Difesa Hensoldt; questa collaborazione potrebbe rappresentare l’inizio di un nuovo polo europeo nell’elettronica della Difesa. In tal senso, quando si parla di sviluppo di nuovi armamenti e attrezzature militari diventa essenziale la volontà di costruire insieme.
Il Ministro Guerini conclude evidenziando quanto sinergia e complementarietà di risorse a disposizione di ambedue le organizzazioni (NATO e UE) siano funzionali alla realizzazione dei progetti previsti e come l’amicizia tra Germania e Italia possa dare un notevole contributo.
Dagli interventi dei due Ministri si evince come il contesto in cui è inserita questa discussione faccia riferimento a due concetti fondamentali: il primo è il costante aggiornamento strategico al quale è sottoposta la NATO; il secondo è un’Unione Europea che cresce nella Difesa.
Durante la sessione di domande è emerso come il rafforzamento della Difesa europea debba rappresentare sia un motore per la cooperazione tra gli Stati membri sia la costante ricerca di possibili convergenze. Uno dei passaggi più interessanti è stato messo in risalto da una domanda sul perché non esista ancora un esercito comune dell’Unione Europea. Secondo Annegret Kramp-Karrenbauer: «è importante che i cittadini europei condividano il desiderio di avere una Difesa comune ma è altrettanto importante sapere che l’esercito nazionale agisce anche in nome dell’Unione Europea». Il Ministro Guerini ha sottolineato come nel corso degli anni non si sia avuta una vera Politica estera e di Sicurezza europea poiché «i Paesi hanno agito seguendo una propria agenda». Allora, secondo il Ministro italiano, i passi per arrivare all’obiettivo di un esercito comune europeo potrebbero essere i seguenti: l’analisi e la condivisione delle minacce; la lettura comune dello scenario internazionale di sicurezza – quest’ultimo dovrebbe essere non solo studiato in sinergia, ma costruito in maniera condivisa –; infine il confronto reale tra gli Stati al fine di indirizzare la futura azione europea.
La pandemia ha sicuramente rallentato i processi di crescita e sviluppo nell’ambito della Difesa europea: come ha affermato la Ministra tedesca «non sarà scontato ricevere i finanziamenti necessari per il bilancio della difesa, ci saranno delle lacune da riempire»; ciononostante, ha aggiunto: «bisogna essere preparati a rispondere alle sfide del futuro».