L’Italia alla presidenza del Parlamento europeo con Tajani

Lo scorso 17 gennaio Antonio Tajani, candidato del partito popolare europeo, è stato eletto dall’Assemblea di Strasburgo presidente del Parlamento europeo con 351 voti, contro i 282 ottenuti dal candidato dei Socialisti&Democratici Gianni Pittella nel corso del quarto scrutinio.

Antonio Tajani, 63 anni, laureato in Giurisprudenza, è tra i fondatori del partito “Forza Italia” e vanta una carriera da giornalista professionista e una altrettanto lunga esperienza da europarlamentare. Dal 2008 al 2014 è stato membro della Commissione europea, ricoprendo non solo la carica di Commissario europeo per l’industria e i trasporti, ma anche quella di vice-presidente.

«Credo nell’Europa ma abbiamo bisogno di cambiare e di un presidente che lavori per tutti», ha affermato Tajani nel suo breve discorso di presentazione prima dell’inizio delle votazioni. Una vittoria arrivata soprattutto grazie all’alleanza con i liberali dell’ALDE, guidati dall’ex primo ministro belga Guy Verhofstadt, al quale, in cambio di questo suo appoggio verrà affidata la presidenza della Conferenza dei presidenti di commissione, «l’organo politico che coordina i lavori delle commissioni garantendo una buona cooperazione fra di esse».

«Dedico questo risultato alle vittime del terremoto che ha colpito il mio Paese e che ancora vivono momenti di difficoltà». «Prestare grande attenzione a coloro che sono in difficoltà – ha poi aggiunto – è il messaggio migliore che può partire da Strasburgo verso i nostri concittadini». Così il neo-eletto presidente dell’Eurocamera Tajani, che subentra nella carica a Martin Schulz, ha voluto ricordare non solo le vittime del terrorismo, i senza-dimora e i numerosi disoccupati, ma anche coloro che in quelle stesse ore stavano vivendo attimi di grande drammaticità a causa delle fitte e intense nevicate che avevano colpito il Centro-Italia.

Il candidato sconfitto, Gianni Pittella, si è congratulato con Tajani e ha ringraziato il gruppo dei S&D per il pieno supporto. «Da domani», ha proseguito via Twitter Pittella, «si condurrà un’opposizione costruttiva in Europarlamento. […] Si apre una nuova pagina storica, il panorama politico del Parlamento europeo è cambiato in modo drammatico». Così il presidente dei socialdemocratici ha ribadito la volontà di porre fine all’accordo della “grande coalizione” tra PPE e S&D, che per 13 anni ha consentito a queste due forze di presiedere alternativamente il Parlamento europeo e di reggere gli equilibri europei. «Non faremo mai più una grande coalizione. C’è bisogno di chiarezza. L’Europa e le nostre democrazie hanno bisogno di una distinzione chiara tra le idee differenti», ha dichiarato Pittella poco prima che cominciassero le votazioni.

Dopo 38 anni, un italiano ritorna, quindi, a capo dell’Europarlamento. Il primo scelto dal «Parlamento europeo eletto», come ha sottolineato in un Tweet il presidente del Consiglio, Paolo Gentiloni. L’ultimo – dal 1977 al 1979, quando però non era stato ancora introdotto il suffragio universale per l’Eurocamera – fu l’esponente della Democrazia Cristiana Emilio Colombo, il quale proprio nel 1979 ottenne il premio Carlo Magno per l’unità d’Europa come riconoscimento per una vita spesa a favore dell’integrazione europea («Ein Leben für Europa», recita il testo inciso sulla medaglia che gli venne consegnata).

L’augurio è che dopo questa elezione, in quello che già è stato definito da molti l’“anno elettorale”, l’Unione europea riesca a risollevarsi e a ritrovare se stessa e i suoi valori, magari riscoprendosi di nuovo in grado di integrare, dialogare e generare – secondo l’esortazione di papa Francesco. In una fase in cui il grande progetto e sogno unitario è sempre più minacciato da movimenti euro-scettici, anti-europeisti e nazionalisti, nonché da eventi che rischiano di far implodere l’intera costruzione (non da ultimo la Brexit), possano i nostri rappresentanti europei – ancora troppo distanti e lontani dai popoli che rappresentano – «avvicinare realmente l’Europa ai cittadini» e aprire un dialogo costruttivo con loro, come auspicato dallo stesso Tajani nel corso del suo intervento a Strasburgo. Auguriamo a tutti i rappresentanti di portare avanti il programma del Parlamento Europeo, difendendo la democrazia, combattendo la disoccupazione e il terrorismo, favorendo la crescita, proponendo soluzioni efficaci e rispettose della dignità umana nell’emergenza migratoria. Solo così l’Europa potrà perseguire un futuro di pace e prosperità, come auspicato dai Padri fondatori.

L’OGIE, mosso da veri e radicati sentimenti europei, porge al Presidente Tajani i suoi auguri più sinceri di buon lavoro: che possa essere veramente il «presidente di tutti» e mantenere le promesse fatte, contribuendo alla rinascita di questa Ue «affaticata, ma ancora ricca di energie e di potenzialità».

A cura di
David Marinelli
Francesca Olivadese

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