La Politica Europea di Vicinato nel Nord Africa

 

Con la Politica Europea di Vicinato (PEV) l’Unione europea sostiene nei Paesi del Nord Africa i processi di democratizzazione e mira a promuovere la convergenza degli ordinamenti di tali Paesi ai valori fondanti del progetto europeo, enunciati nei Trattati istitutivi dell’Unione, quali la democrazia,  il rispetto dello Stato di diritto e la tutela dei diritti umani. 

Base giuridica della PEV è l’articolo 8 del Trattato sull’Unione Europea (TUE), attraverso il quale è concesso all’UE instaurare relazioni privilegiate con i Paesi limitrofi, allo principale di promuovere la sicurezza e la stabilità nelle aree coinvolte nella politica di Vicinato. 

Il funzionamento della PEV

Posto che la base giuridica della PEV si rinviene nell’articolo 8 TUE, la politica europea di Vicinato si struttura su diversi atti giuridici e, prevalentemente, su Accordi di Partenariato e di Cooperazione (APC), e su Accordi di Associazione (AA).[1]

Tali accordi rappresentano lo strumento giuridico attraverso cui si sono instaurate, nel tempo, le relazioni internazionali tra l’Unione europea e i Paesi della sponda Sud del Mediterraneo.

La negoziazione degli accordi di partenariato e di cooperazione, così come quella degli accordi di associazione, si basa sull’individuazione di priorità e condizioni, che vengono definite tra l’Ue e il Paese interessato. 

Appare opportuno, sin da subito, rilevare che le condizioni a carattere politico e democratico, inserite in apposite clausole all’interno dei suddetti accordi, sono stabilite unilateralmente dall’Unione europea; i programmi di attuazione, invece, sono negoziati con i singoli Stati in via bilaterale. 

In base ai punti concordati, viene stilato un programma operativo di riforme politiche ed economiche di breve e medio termine, volto a favorire o, comunque, consolidare una transizione democratica positiva, che miri a ravvicinare l’ordinamento dello Stato coinvolto nella PEV ai valori fondanti del progetto europeo. 

Una delle peculiarità degli accordi su cui si struttura la Politica europea di Vicinato nel Nord Africa è la specificità dei singoli atti convenuti: infatti, ciascun accordo di associazione o di partenariato e cooperazione rispecchia le esigenze e gli interessi rilevanti per l’UE in relazione al Paese partner. 

Più recentemente, nell’ambito della PEV si è diffuso l’approccio del “more for more”[2], da taluni definito un principio operante in materia di azione esterna, secondo il quale ad un maggiore impegno del Paese partner nel perseguire una transizione democratica stabile e rispettosa dello Stato di diritto, corrisponde un più elevato contributo e sostegno economico-sociale da parte dell’Unione.

Il sostegno economico come strumento della PEV: l’ENI e il fondo fiduciario di emergenza dell’UE per l’Africa

Uno dei principali strumenti attraverso cui l’Unione europea mira a realizzare i programmi della politica europea di Vicinato nei Paesi partner è il sostegno economico e finanziario. 

L’ENI, lo strumento europeo di Vicinato, è lo strumento finanziario progettato dall’Unione per l’attuazione della Politica europea di Vicinato in Nord Africa:entrato in vigore nel 2015, è andato a sostituire il precedente strumento finanziario europeo di Vicinato e partenariato, l’ENPI. 

Le dotazioni economiche stanziate nel periodo di riferimento 2014-2020, erogate tramite lo strumento europeo di Vicinato (ENI), sono state utilizzare principalmente per sostenere piani d’azione bilaterali e hanno comportato l’impiego di un ammontare pari a circa 15,4 Miliardi di euro[3].

L’ENI persegue l’obiettivo di favorire lo sviluppo di società democratiche, socialmente eque e inclusive e di promuovere l’integrazione, non solo economica, ma anche sociale. Attraverso l’ENI si contribuisce, altresì, a promuovere il controllo e la gestione dei flussi migratori, attraverso il rafforzamento delle cooperazioni regionali e transfrontaliere.

In particolar modo, le aree nelle quali si sono concentrati gli investimenti dello strumento europeo di Vicinato sono state: lo sviluppo di piccole e medie imprese locali, l’aumento dell’occupazione, soprattutto giovanile, la cooperazione energetica e la lotta ai cambiamenti climatici per una transizione a regimi sostenibili.

È presente, inoltre, un altro rilevante strumento di sostegno economico e finanziario ai Paesi del Nord Africa, proveniente dal Fondo fiduciario di emergenza dell’UE per l’Africa, istituito durante il vertice tenutosi a La Valletta, nel Novembre 2015, incentrato sulle migrazioni.

Tra le finalità principali di tale strumento finanziario vi sono: la lotta all’instabilità politica, che ha colpito diversi Paesi Nord africani soprattutto a seguito delle primavere arabe, e la lotta alla migrazione irregolare.

Attraverso il Fondo in questione, in aggiunta, si mira a creare una cooperazione tra l’Ue e i principali Paesi da cui si accede alla migrazione irregolare, di partenza dei flussi migratori, così da limitarne la diffusione e garantirne una migliore gestione [4].

La dotazione del Fondo fiduciario ammonta ad oltre 5 miliardi di euro, con contributi che provengono non solo dall’Ue, ma anche dai suoi Stati membri e da altri finanziatori[5].

Il funzionamento di questo fondo si caratterizza per la sua localizzazione, interamente rivolta ai Paesi del Nord Africa: ad oggi, infatti, più di 838 progetti sono stati varati e sono operanti in territori quali la Libia, il Marocco, l’Algeria, la Tunisia e l’Egitto[6].

I progetti approvati e realizzati grazie alle risorse del Fondo fiduciario sono annoverati tra le attività che mirano alla stabilizzazione socio-economico dei territori destinatari delle politiche europee, nonché tra i programmi volti a migliorare la gestione delle frontiere e, conseguentemente, quella dei flussi migratori. 

Le novità e le dotazioni economiche previste dal Bilancio pluriennale 2021-2027

Quanto alle novità sulle dotazioni economiche destinate alla PEV, nel quadro del bilancio pluriennale 2021-2027, dopo un confronto che ha coinvolto il Parlamento europeo, il Servizio europeo per l’azione esterna (SEAE) e la Commissione, si è giunti all’istituzione di uno strumento di Vicinato, cooperazione allo sviluppo e cooperazione internazionale, denominato NDICI[7].

Le maggiori novità riguarderebbero: una più elevata flessibilità degli attuali strumenti finanziari – spesso criticati perché a struttura rigida, ossia caratterizzati da allocazioni di risorse immodificabili sino al bilancio successivo –, una migliore definizione dei programmi di riforme proposti ai Paesi terzi, un maggior rafforzamento del principio “more for more” e, infine, un più alto coordinamento tra i piani d’azione bilaterali e i programmi regionali riguardanti l’area del Nord Africa[8].

Non può non rilevarsi, in conclusione, che la dotazione economica che è stata definita con il nuovo bilancio pluriennale dell’UE, ha previsto un sensibile incremento delle risorse, pari a 23 miliardi di euro, che andranno ad integrare e rafforzare il fondo fiduciario per l’emergenza in Africa e gli altri fondi istituiti dall’UE, sia destinati a programmi di Vicinato sia volti alla cooperazione con il resto del mondo, pari 98,4 miliardi di euro, per un totale di 121,4 miliardi di euro[9].

L’Unione per il Mediterraneo.

A seguito delle novità che verranno introdotte a partire dal 2021, sembra che un ruolo di maggiore rilievo verrà ricoperto dall’Unione per il Mediterraneo (UPM). 

L’UPM nasce quale iniziativa di cooperazione regionale e si sviluppa, in seguito, come una vera e propria organizzazione internazionale: costituita durante il vertice di Parigi del 2008, per rafforzare il partenariato euro-mediterraneo.

l’Unione per il Mediterraneo, oggigiorno, fornisce un utile contributo per la delineazione di una strategia cooperativa regionale tra gli Stati membri dell’Ue e i Paesi della sponda sud del Mediterraneo e costituisce uno dei centri principali di raccordo per le relazioni politiche, economiche e sociali tra l’Unione europea, i suoi Stati membri e gli altri Paesi del Mediterraneo. 

La Struttura dell’UPM

Attraverso la sua struttura, composta da un’Assemblea parlamentare euro-mediterranea e da una Co-Presidenza, all’interno della quale opera il segretariato dell’UPM – che definisce gli indirizzi operativi e coordina la realizzazione dei progetti tecnici nei settori economico-sociali in grado di incidere sul benessere dei cittadini, – l’Unione per il Mediterraneo contribuisce alla realizzazione degli obiettivi prefissati e garantisce una costante cooperazione tra i Paesi Mediterranei, l’Ue e i suoi Stati membri, attraverso l’adozione di risoluzioni, prevalentemente a carattere raccomandatorio. 

Sebbene l’UPM, come accennato, sia nata come iniziativa di cooperazione regionale nell’ambito della PEV, la sua modalità di istituzione l’ha posta in discontinuità rispetto alle procedure normalmente determinate di elaborazione di una proposta condivisa tra gli Stati membri.

Essa, infatti, si rivolge non unicamente all’UE ma anche ai Paesi direttamente e geograficamente interessati nel Mediterraneo, considerando l’UPM quale realtà indipendente dall’Unione europea e sottolineandone, di conseguenza, il carattere intergovernativo.  

Gli obiettivi della PEV nel Nord Africa 

Una delle aree su cui si struttura la PEV è costituita dal bacino del Mediterraneo: nei Paesi del Nord Africa, più nello specifico, l’Ue ha tentato di valorizzare e promuovere i suoi valori fondanti, quali la democrazia, lo Stato di diritto e il rispetto dei diritti umani, attraverso le strategie regionali e gli accordi bilaterali conclusi con i Paesi della sponda Sud del Mediterraneo.

La Politica europea di Vicinato nel Nord Africa, più nello specifico, si è strutturata sui seguenti obiettivi primari: elezioni libere per garantire un’effettiva rappresentanza politica, lotta alla corruzione, tutela delle libertà fondamentali e miglioramento delle condizioni socio-economiche, pianificazione di una strategia di incentivi economici volti a contrastare la strutturale disoccupazione giovanile presente in grandi numeri nei suddetti Paesi[10] . 


[1] Ugo Villani, Istituzioni di Diritto dell’unione europea, 6 edizione, Cacucci Editore, Febbraio 2020

[2] https://www.euneighbours.eu/en/policy/european-neighbourhood-instrument-eni

[3] https://www.euneighbours.eu/en/policy/european-neighbourhood-instrument-eni

[4] https://ec.europa.eu/trustfundforafrica/sites/euetfa/files/facsheet_sept_2020_north_africa_0.pdf

[5] ibidem

[6] ibidem

[7] https://www.europarl.europa.eu/legislative-train/theme-new-boost-for-jobs-growth-and-investment/file-mff-ndici

[8] ibidem

[9]https://ec.europa.eu/info/strategy/recovery-plan-europe_it

[10] EU emergency trust fund for stability and addressing the root causes of irregular migration and displaced persons in Africa. International Centre for Migration Policy Development. Pp 15-22. 2019

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