Querdenker: il pensatore laterale

LOGO OGIE
OGIE

Se è vero che una lingua è uno strumento in grado di svelare il carattere segreto del popolo che la parla, allora è evidente come alcune parole siano la chiave per comprendere pienamente culture diverse dalla nostra. Mi riferisco, in particolare, a quella categoria di parole intraducibili da una lingua all’altra, o meglio, traducibili in maniera esaustiva solo con lunghe perifrasi.

La parola tedesca Quertreiber, ad esempio, fu utilizzata per la prima volta nel XVII secolo con riferimento a quei naviganti che, invece di seguire la rotta prescritta, andavano “di traverso”, finendo così per essere d’intralcio (in die Quere kommen) ad altre imbarcazioni. Da qui il Querkopf,  letteralmente una “testa storta”, uno che si rifiutava di seguire le regole. Insomma, l’aggettivo quer, traducibile con trasversale o storto, per i tedeschi ha da sempre un’accezione negativa. Figuriamoci, poi, se per parlare di qualcuno si utilizza l’appellativo di Querdenker, ossia uno che “pensa di traverso”.

Il numero di vocaboli che fanno riferimento al pensiero ci suggerisce quanto i tedeschi tengano questo concetto in massima considerazione: ci sono i Nachdenker, quelli che “pensano dopo” e riflettono a lungo, e i Vordenker, una sorta di precursori delle idee, poiché le “pensano prima”; ancora, gli Umdenker, quelli che cambiano completamente opinione, e i Mitdenker, capaci di immedesimarsi nei desideri e nei pensieri altrui. Il neologismo Denkanstoss, lett. “spinta del pensare”, è invece un incitamento a riflettere, comunemente utilizzato per indicare quell’idea che sblocca una situazione di stallo.[1]

Il Querdenker nasce dall’unione della stortura (quer) col pensiero (das Denken). Chiunque pensava per conto proprio e si discostava dagli ordinari parametri era, per il tedesco medio, un individuo di cui diffidare. Avere idee proprie e divergenti dall’ordine prestabilito non giovava né ai rapporti sociali, né tanto meno alla crescita professionale; era, dunque, consigliato non esprimerle, soprattutto davanti ai propri superiori, che fossero docenti o datori di lavoro. In una società in cui il conformismo e l’autoritarismo dominarono a lungo, anche dopo la fine del regime nazista, i Querdenker sono stati una scomoda minoranza di intellettuali che disdegnavano questi valori.

La parola, per anni ignorata, comparve per la prima volta nei vocabolari tedeschi nel 1991, lasciando tutti a bocca aperta. Il Duden, infatti, definì un Querdenker “qualcuno che pensa in modo autonomo e originale e le cui idee e opinioni spesso non sono comprese”. Così il “vocabolario dei vocabolari” stabilì, per la prima volta, come pensare con la propria testa possa essere un valore. I Querdenker da quel momento in Germana sono diventati sempre più numerosi. Nonostante i tedeschi continuino ad essere ligi alle regole e amanti dell’ordine, l’originalità iniziò ad essere sempre più apprezzata, dapprima nei media, poi perfino nei necrologi. Essere un pensatore laterale è diventato per i tedeschi una passione e un motivo di vanto. La necessità di istituzionalizzare questo entusiasmo per il pensiero laterale portò alla nascita di corsi, seminari e workshop per imparare a pensare con la propria testa. Dal 1995, un gruppo di aziende tedesche finanzia una vera e propria Querdenknakademie, un’accademia in cui materie come “innovazione e ribellione” contribuiscono ad educare nuovi pensatori laterali, in grado di rilanciare l’economia tedesca.[2]

Un pensatore laterale è in grado di elaborare idee innovative, progettare fuori dagli schemi, adottare un approccio non convenzionale, percorrere strade completamente nuove e vedere i problemi da una prospettiva che gli altri non riescono a cogliere. Anche in questo caso, si tratta di qualcuno che è qualificabile come diverso dagli ordinari standard. Una diversità che, ancora oggi, non sempre è accolta con entusiasmo. Se da un lato, infatti, il Querdenker è una figura sempre più richiesta, soprattutto a livello aziendale, dove le sue idee insolite possono attrarre nuovi clienti, ridurre i costi e incrementare il fatturato, dall’altro è spesso considerato un soggetto fastidioso e anticonformista.

I pensatori laterali mancano di consensi e di conformità, poiché promuovono idee scomode, ignorando i limiti imposti dalla società. Eppure è innegabile che siano una vera boccata d’aria fresca, in grado di portare innovazioni e cambiamenti. Senza il pensiero scomodo e rivoluzionario dei pensatori laterali, infatti, forse, non ci sarebbe mai stato alcun progresso.


[1] Vannuccini V., Predazzi F. Feierabend: Eine Reise in die deutsche Seele. Riemann, 2004

[2] Ibidem

1 comment
  1. I dissidenti del covid 19 vengono chiamati Querdenker. E non ci trovo nulla di rivoluzionario o innovativo. Bell’articolo. Complimenti

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

You May Also Like